Un’architettura ambientale creata in auto-costruzione con materiali naturali. Architettura vegetale.zero, nasce dal confronto tra la ricerca sui materiali ecosostenibili dell’architetta Aurora Fanti e quella sulle trasformazione del tempo e della natura del duo artistico Simoncini.Tangi. L’esigenza di Aurora di diffondere la cultura dei materiali naturali da costruzione e renderli parte della vita quotidiana delle persone, si è unita al progetto “Urban Jungle System”, realizzato da Simoncini.Tangi con Marta Casa in occasione del Master Futuro Vegetale, di Stefano Mancuso e Leonardo Chiesi. L’incontro ha dato vita, in modo del tutto naturale, alla creazione di un arredo vegetale, capace di rispondere ai problemi di sostenibilità ambientale, economica, di risparmio energetico e di condivisione sociale. Un prototipo organico, che prende forma attraverso la partecipazione e si trasforma nell’ambiente, seguendo i ritmi del tempo e delle esigenze dei cittadini: una bio-architettura, in cui il materiale della struttura è essa stessa natura. Un’opera viva, che plasma lo spazio della città, di ciascun quartiere o dei giardini: il bambù, definito l’acciaio vegetale, risuona con le piante, le kokedama e la terra. Le radici si intrecciano simbolicamente alla terra della panca. Non esistono limiti e divisioni tra materiali costruttivi e elementi naturali: la natura è essa stessa architettura-scultura, un habitat in cui possiamo sederci, lasciandoci abbracciare da colori e suoni della natura. In “Asia si dice che il bambù ride e canta” con il vento. La struttura del bambù si ispira al pentagramma musicale e le kokedama (perle di terra), definite bonsai dei poveri, sono note che risuonano tra le persone sedute. La terra emerge e si fa seduta? O la sedia confluisce nel terreno? La panca sostiene/nutre le piante, come una piccola oasi di ristoro, un’occasione di incontri o di riposo: un luogo in cui il tempo si ferma e segue i nostri ritmi. Questo prototipo, ancora in fase di studio, presenta degli aspetti – tecnici e funzionali – da approfondire, ma l’obiettivo finale è quello di creare una struttura facilmente replicabile e realizzabile, con materiale ecosostenibile e locale. Un modello esportabile e applicabile in parchi e giardini ad uso cittadino. Un imput per riflettere sull’arredo urbano a larga scala, proponendone un’alternativa costruttiva, che segua i principi di un’economia circolare, sistemica a misura d’uomo, un modo per recuperare l’arte del fare insieme. Costruire collettivamente un servizio per la comunità, che sia artistico, culturale, ma anche sociale. La panca in prototipo sarà realizzata in live all’interno dello spazio mostra con la collaborazione del gruppo di giovani creativi del collettivo MASC. Un’operazione in movimento, così come la struttura che come un’essere vivente è pensata per adattarsi e mutare con il paesaggio circostante grazie all’interazione uomo-natura.

stay tuned…

Lre prime fasi di incontro e confronto sulla struttura…

Il workshop con il giovane collettivo MASC. I test carazas e il consolidamento della cassaforma…

La realizzazione del prototipo ha preso forma in live durante le giornate del festival PratoCity21//QuartiereSoccorso dal 7 al 9 maggio 2021.